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Koala,
plan Bigoin et Duvergie,
construit par le chantier Norcantieri, Italie, à partir de 1971
LOA: 11.70m, LWL: 8.40m, Beam: 3.60m, Draft:
1.86m, Disp.: 5800 kgs. Lest: 2 500 kgs.
1971 Mai "Les Cahiers du Yachting",
1972 Février "Les Cahiers du Yachting",
Photo extraite du livre "Passion de la Voile et du Large", J.M. Barrault, E. Quéméré,
Papago, ITA ????
2012 30 August, "Daily Nautica",
L’incredibile storia del “Papago”: da Venezia
al Libano in missione per le Brigate Rosse!
L’incredibile viaggio del “Papago”, Koala 39 di 12 metri con
cui Massimo Gidoni, Mario Moretti, Riccardo Dura e Sandro Galletta partirono
da Venezia alla volta del Libano per caricare quintali di armi per le Brigate
Rosse, è narrato nel nuovo libro “Papago. Barche che hanno incontrato
la storia” di Andrea Cappai, edito da Nutrimenti
“Da quei giorni sono passati ormai più di 30 anni. Non sono più
salito su una barca a vela e quella fu la mia ultima traversata. Del nostro
equipaggio, di quei tre compagni con cui passai decine di giorni e notti di
navigazione ininterrotta, avrei rivisto solo Mario. Riccardo fu ucciso pochi
mesi dopo. Sandro Scomparve. Non mi aveva mai convinto. Una delle poche volte
che incontrai ancora Mario fu di corsa, nei corridoi di un tribunale, o di una
prigione, non ricordo. Ci stavano portando in posti diversi. Mi salutò.
Riuscì solo a dirmi: ‘Che viaggio, Massimo! Duro, il più
duro che abbia mai fatto. Ma in quella barca siamo stati bene'”.
Brigatisti in barca – Così inizia la prima avventura nel nuovo
libro di Andrea Cappai “Papago. Barche che hanno incontrato la storia”
(edito da Nutrimenti, 96 pagine, 14 euro), intitolata “A luci spente”,
che narra di un viaggio in barca a vela da Venezia al Libano per ritirare un
carico di armi destinato alle Brigate Rosse: a parlare è Massimo Gidoni,
lo psichiatra di Falconara (Ancona) ex appartenente alle Br, condannato nell’86
dalla corte d’ Assise di Macerata a 24 anni e sei mesi di reclusione,
al termine del processo per il sequestro e l’ omicidio di Roberto Peci,
l’operaio ascolano ucciso nell’81 per essere il fratello di Patrizio
Peci, uno dei primi “pentiti” delle
Br.
La missione per le Br – Appassionato velista (ha ripreso la professione
di psichiatra nel 1995 e ha ottenuto la libertà nel 2003), con tante
partecipazioni alle più importanti regate d’altura (la Middle Sea
Race nel ’72, i Campionati del Mediterraneo, la Monaco-Portovecchio),
Gidoni racconta l’avventura che lo vide protagonista nella primavera del
’79: si trattava di procurare una barca a vela, sufficientemente
grande (ma non troppo per non dare nell’occhio), e recarsi in una località
non precisata del Libano. Lì sarebbe avvenuto un incontro, in data e
luogo che sarebbero stati comunicati in occasione di una tappa “tecnica”
a Cipro. Sulle coste libanesi Massimo e gli altri tre compagni avrebbero dovuto
caricare a bordo della barca sacchi contenenti 200 kg di armi da portare a Venezia,
dove sarebbero state consegnate alle Br.
Equipaggio “famoso” – Assieme a Gidoni, si sarebbero
imbarcati Mario Moretti, uno dei brigatisti più noti insieme a Renato
Curcio e Mara Cagol (dichiaratosi esecutore materiale dell’uccisione di
Aldo Moro), Riccardo Dura, esponente della colonna genovese delle Br, materialmente
coinvolto nell’attentato al sindacalista Guido Rossa, perpetrato nel 1979
(Dura rimase ucciso a Genova nel gennaio dell’80, durante l’irruzione
dei carabinieri in un appartamento di via Fracchia) e Sandro Galletta,
impiegato comunale veneziano che ebbe un ruolo importante come “tecnico”
nella colonna venetà delle Brigate Rosse. Si dissociò nell’82,
rese molte confessioni ai magistrati, tra cui la vicenda del Papago, e dal 1983
è latitante.
La barca giusta – C’era da capire quale barca fosse adatta
allo scopo. L’occhio esperto di Massimo cadde su un Koala 39, “Papago”,
ormeggiato al porto di Ancona: una barca prodotta dalla Nordcantieri di Avigliana,
su progetto dei francesi Digoin e Duvergie, che aveva conosciuto un certo successo
negli anni ’70 proprio per la sua comodità da “Gran Turismo”.
Una barca borghese per non destare sospetti. Gidoni la acquistò per conto
dell’organizzazione. Non c’era molto tempo. L’acquisto era
avvenuto in estate inoltrata e si doveva effettuare la lunga traversata prima
della “rottura” del tempo che in genere nel Mediterraneo orientale
arriva a settembre. Verso la fine di agosto del ’79 i quattro (Massimo,
Riccardo, Mario e Sandro) partirono con il Papago da Numana, a ridosso del Conero.
Lo scherzo della radio – La prima parte di navigazione filò
liscia. Mentre i quattro marinai “compagni” si avvicinavano a Cipro,
qualcuno di loro lasciò inavvertitamente la radio sopra la bussola, creando
un’interferenza magnetica con una deviazione di circa 3-4 gradi. Quando
qualcuno di loro se ne accorse era passato tanto, troppo tempo: calcolando approssimativamente
il tempo di navigazione basata sull’angolo sbagliato, dedussero che stavano
facendo prua verso le coste israeliane e furono costretti a una virata di 90°,
raggiungendo il porto di Larnaca, nella costa sudorientale di Cipro, che non
era la meta stabilità sull’isola.
In Libano – Il giorno dopo l’equipaggio si spostò in
un piccolo porticciolo di pescatori, luogo convenuto per l’incontro, e
la location libanese per il carico delle armi fu svelata: l’isola libanese
di Al-Ramkin, a circa 100 miglia da Cipro. Il Papago, dopo aver navigato a luci
spente nella notte, arrivò all’alba a Al-Ramkin, dove, a circa
6 miglia dalla costa, avvenne il trasbordo delle armi. Decine di uomini armati
a bordo di “lancioni” caricarono freneticamente a bordo della barca
molte centinaia di chili di armi: esplosivo, munizioni, armi da fuoco. Il tutto
in barba alla sicurezza della barca e alla sua stabilità. Nonostante
questo, il Koala 39 si comportò egregiamente: il segreto risiedeva in
un’innovativa (per l’epoca) soluzione progettuale, per stabilizzare
maggiormente lo scafo. Uno sbalzo, un vero e proprio “scalino” nell’opera
viva, che in condizioni di carico scendeva sott’acqua.
Da sinistra a destra: l’isolotto di Al-Ramkin, in Libano; il Koala 39
sulla copertina del depliant originale della Nordcantieri; la dinette del “Papago”;
l’ex “Papago” al giorno d’oggi. Si chiama “Felipe”
ed è ormeggiato in Adriatico.
Il ritorno – A 200 miglia dalle coste di Creta, sulla via del ritorno,
intorno alle 11 di sera, il Papago si trovò a dover affrontare la burrasca,
con onde alte 5-6 metri e vento fino a 40 nodi: la barca, appesantita dalle
armi, diventò ingovernabile. Si trappò anche lo stralletto della
trinchetta, costringendo l’equipaggio a mettersi alla cappa. “Le
onde erano molto alte – racconta Massimo – il carico fortunatamente
non si rovesciava e riuscia a rimanere dove era stato stipato, ma la barca rollava
tantissimo, troppo per la condizione che stava sopportando. Decisi per una cappa
secca di prua con un’ancora galleggiante, che però non avevamo”.
Con l’aiuto di Mario, Massimo realizza l’ancora usando le coperte
di lana portate a bordo al posto dei sacchi a pelo, fissate a due angoli con
alcune cime e gettate a mare. Almeno la barca rimaneva controvento, non c’era
che da aspettare. Superata la notte, il Papago navigò verso le coste
italiane, facendo sosta nel porticciolo di Tricase (Lecce), per permettere ai
quattro di mangiare una bistecca con patatine dal sapore paradisiaco dopo giorni
e giorni di scatolette e acciughe sotto sale.
In Laguna – Sulla rotta verso Venezia, al largo delle coste dell’Abruzzo,
di notte (sempre a luci spente per non essere visti) Massimo si rese conto troppo
tardi di una gigantesca nava cargo in rotta di collisione: per fortuna l’onda
prodotta dalla nave allontanò il Papago quel tanto che bastò a
salvarlo dall’affondamento sicuro. Arrivati in Laguna, i quattro furono
circondati da barche e barchine che prelevarono i sacchi di juta contenenti
le armi. Missione compiuta. Massimo vendette subito il Papago a un prezzo stracciato:
troppa la fretta di liberarsene. Quello del Papago rimane ancor oggi il più
grande trasporto clandestino di armi mai avvenuto in Italia di cui siu abbia
avuto notizia, al di fuori delle grandi guerre mondiali.
2022 December, for
sale, https://www.dailynautica.com/.../incredibile.../11779/... ringrazio
per il contributo inviatomi. Visibile a Ravenna e in Vendita a 29.000